

Ma andiamo con ordine, premetto che sono partito un po' scettico, l’idea mi sembrava buona anche se sinceramente pensavo più ad un corso che potesse servire a scoprire qualche strada nuova e a dare qualche indicazione a alla mia zavorrina e non certo ad un motociclista ultraventennale come me che non è un fulmine ma nemmeno l’ultimo dei paracarri

Pronti via ci vediamo in Autogrill a Milano con il primo gruppo e riusciamo a partire addirittura con 15 minuti di anticipo sulla tabella di marcia

Dopo la teoria comincia la pratica: ci dividono in due gruppi in base al passo, per ogni gruppo un istruttore che alterneremo nei vari giorni e si parte: 300 km di curve, curve e ancora curve! Forse avremo fatto 10 km di rettilineo prima di arrivare a destinazione

Il gruppo si muove con l’istruttore che a turno ti fa vedere le traiettorie precedendoti di qualche metro e ti corregge fino allo sfinimento tutti gli errori che commetti quotidianamente senza nemmeno accorgerci: ritarda l’inserimento qui, rimani stretto in uscita da quel tornante, non invadere l’altra corsia, non guardare l’esterno della curva in uscita, lì puoi dare più gas etc etc…
Arriviamo alla sera ben stanchi nell’albergo che ci farà da base per 3 giorni: cena luculliana condita da un buon rosè provenzale (ndr Il nome del “Tour didattico Francia 2018” è stato commutato in tempo reale in “Rosè Tour Francia 2018”

I giorni successivi si alternano con il medesimo comun denominatore: CURVE declinato in ogni possibile variante: dal tornante in prima con la frizione in mano al curvone da quinta piena con velocità da autobahn. Il tutto su strade che a volte sembrano quasi meglio delle nostre piste, Route Napoleon e le Gole del Verdon giusto per capirci…

La formula è sempre la stessa: sessioni di circa un’ora con l’istruttore che ti controlla dagli specchietti e man mano le curve passano alza il ritmo e diventa sempre più esigente; pausa per riprendere il fiato, mangiarsi una fetta di torta da 2000 kcalorie (vero Dade? ), fare due foto a paesaggi stupendi e due risate con il resto del gruppo con cui si crea anche una bella sintonia.
Nel frattempo passano 4 giorni senza quasi nemmeno accorgersi: riusciamo ad importunare più di una barista, dare fondo alle riserve di Rosè dell’albergo, ingrassare mediamente di un buon chilo a testa e rompere il cardano di un’affidabilissima bmw. Un pirla


In conclusione posso affermare che a me questo Tour didattico è piaciuto parecchio ma, soprattutto, è servito parecchio. Certo dovrò lavorare su tutto quello che mi hanno insegnato (maledetti inserimenti a sinistra nelle esse che anticipo ancora un po' troppo) ma 4 giorni e 1600 km ininterrotti sono stati un buon banco di prova: pensate che la mia zavorrina dice che si è già accorta di un cambiamento della fluidità di guida dal primo all’ultimo giorno

Sinceramente penso che se rendessero obbligatorio un corso simile, magari un po' più condensato, per tutti quelli che vogliono la patente di guida della moto il livello di consapevolezza e di sicurezza di noi motociclisti farebbe un notevole passo avanti.
Se avete l’occasione regalatevi uno dei loro corsi… per me sono stati i soldi meglio spesi insieme a quelli per l’acquisto della mia prima moto.